Il Nuovo Testamento riferisce due soli casi di "battesimo"
(=immersione) dello Spirito: per gli Apostoli e per Cornelio.
1. Gli Apostoli - questo "battesimo" era stato profetizzato da Gesù: "Giovanni
battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati (=immersi) nello Spirito Santo
di qui a non molti giorni" (At 1,15). Il che avvenne il giorno di Pentecoste,
quando lo Spirito scese su quanti erano radunati nella camera alta a Gerusalemme
(At 2,1-4; 1,13).
2. Cornelio e i suoi - mentre Pietro annuncia loro Gesù ecco che lo Spirito "cadde su tutti coloro che udivano la parola" (At 10,44). Questa discesa non è mai chiamata direttamente "battesimo", ma Pietro più tardi dirà che "lo Spirito discese su loro come era sceso su noi da principio" (At 11,15). Pertanto l'inondamento dello Spirito su Cornelio e i suoi amici può essere chiamato anch'esso "battesimo" dello Spirito, come quello avvenuto in giorno di Pentecoste.
Il primo (At 2) illuminò gli Apostoli affinché
accogliessero i primi credenti ravveduti con il battesimo d'acqua attuato in
Cristo.
Il secondo (At 10), pur avendo riguardato Cornelio e i suoi, illuminò Pietro
affinché accogliesse nella Chiesa anche quei Gentili, che non erano ancora
divenuti Giudei mediante la circoncisione.
Il "battesimo" dello Spirito è distinto da quello in acqua
per le seguenti ragioni:
1. Il "battesimo" dello Spirito veniva indipendentemente dalla volontà
dell'individuo: gli Apostoli lo aspettano passivamente, ma non possono cooperare
positivamente per la sua venuta al giorno di Pentecoste. Cornelio e Pietro
neppure se lo aspettavano: la sua discesa suscita anzi meraviglia nell'apostolo
e nei primi cristiani (At 10,44).
2. Il "battesimo" dello Spirito operava azioni e prodigi
esternamente visibili a tutti, così come li potevano attuare solo gli
Apostoli e coloro ai quali questi imponevano le loro mani (At 8,17-18).
La glossolalia è appunto un fenomeno connesso a questo battesimo (At 2,42;
10,46).
Il "battesimo" dello Spirito non rivestiva i credenti di Cristo e neppure li
aggregava alla Chiesa, come fa invece il battesimo di acqua. Il "battesimo"
dello Spirito non era sufficiente alla salvezza, tanto è vero che dovette essere
completato con quello di acqua nel nome di Gesù (At 10,47 s.).
La glossolalia, così come altri doni straordinari, erano doni esteriori,
visibili, non trasformavano l'individuo, come invece faceva (e fa) la rinascita
battesimale "d'acqua e di Spirito" (Giov. 3,1-5). Quando gli Apostoli
conferivano quei doni straordinari, mediante l'imposizione delle mani, non
conferivano la nuova nascita (che i convertiti già possedevano), non davano la
salvezza (che i convertiti a Cristo già in germe possedevano in Gesù), ma
conferivano loro dei doni che rendevano più facile, per la loro straordinarietà,
la conversione altrui (quei doni straordinari, infatti, servivano più per i non
credenti che per i cristiani, 1 Cor 14,22).
3. Il "battesimo" nello Spirito, inoltre, viene presentato da Pietro come fatto eccezionale, che non era affatto comune, cioè come un evento che prima di Cornelio era avvenuto una sola volta, nel giorno di Pentecoste (At 11,15). Si tratta perciò di un fatto eccezionale che usualmente non si avverava alla conversione di una persona. E infatti, anche a Samaria lo Spirito non scese per conto suo in maniera visibile, ma solo in conseguenza dell'imposizione delle mani degli Apostoli (At 8,16). Si tratta quindi di un fenomeno che non rientrava allora nella normalità della vita cristiana, né vi rientra oggi.
Secondo Paolo, tutti i cristiani sono stati battezzati
nello Spirito: "Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per
formare un solo corpo... e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito"
(1 Cor 12,13).
Il passo parallelo di Gal 3,27 insegna chiaramente che è tramite il battesimo di
acqua ("vi è un solo battesimo", Ef 4,5) che si partecipa all'unico corpo
di Cristo, cioè alla Chiesa, e si viene messi in comunione con il suo Capo che è
Gesù. Questo battesimo è operato "di acqua e di Spirito", perché
si attua mediante l'acqua e lo Spirito di Dio (Giov 3,5; vedi pure At
2,38). Questo è il senso della frase in greco. Qui la proposizione "di"
(=mediante) regge sia "acqua" che "Spirito", il che fa capire che in quel
medesimo istante lo Spirito Santo, che ci ha già ammaestrati con la Sua Parola e
ci ha fatto sorgere la fede, diviene forza operativa e prende dimora in noi (Rom
8,9s.).
Nel passo di 1 Cor 12,13 l'espressione "siamo abbeverati" è un puro parallelismo
con il "battezzati" precedente e ne indica l'effetto, cioè l'abbeveramento
spirituale dell'anima nostra. Questo passo, quindi, si riferisce al battesimo
che innesta al Cristo e alla Sua Chiesa, e che conferisce in un certo grado lo
Spirito Santo a chiunque si battezza con fede e ravvedimento (At 2,37-28).