Note sulla famiglia nella Bibbia
LA FAMIGLIA NEL VANGELO
La famiglia è la cellula vitale della società. Ma è pure la cellula di quel popolo particolare che il Vangelo chiama chiesa di Dio. È perciò importante affrontare un esame critico – sia pur limitato e qui solo accennato in qualche suo aspetto – intorno alla famiglia, nei suoi rapporti con la società nella quale viviamo la nostra esperienza terrena. La visione che la parola di Dio ci offre della famiglia è delicata e sublime.
Visione delicata della famiglia nel Vangelo
• Nella famiglia dove il Signore è presente, oltre all’amore naturale che unisce i componenti, si coltiva e si gode dell’amore genuino di Gesù e delle Sue dolci benedizioni.
• Queste benedizioni producono nei cuori una rivoluzione nei pensieri, negli affetti, nelle speranze, nelle attività di ogni giorno. Queste benedizioni sono la chiave del cuore umano e rendono possibile la direzione morale del cammino in questo mondo.
• Così, i lutti, la solitudine, le mille tristezze della vita, vengono alleviate e superate con le svariate e delicate sollecitudini che Dio dona abbondantemente, spandendo nei cuori rigenerati
Modello sublime della famiglia
• L’altro aspetto della visione della famiglia benedetta da Dio, perché vive nel rispetto del Suo Consiglio, è quello di una visione sublime.
• In tutto il Nuovo Testamento la chiesa o comunità di credenti è vista come famiglia, e questo parallelismo con la famiglia umana ne esalta la grandezza e l’importanza.
• Potremo comprendere meglio tutto ciò leggendo questo brano: «Mogli, siate soggette ai vostri mariti, come al Signore, perché il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, egli che è il Salvatore del corpo. Ma come la chiesa è soggetta a Cristo, così debbono anche le mogli essere soggette ai loro mariti in ogni cosa. Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei al fine di santificarla, dopo averla purificata col lavacro dell’acqua mediante la Parola, al fine di far comparire dinanzi a sé questa chiesa gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa e irreprensibile. Allo stesso modo anche i mariti debbono amare le loro mogli come i loro propri corpi. Chi ama sua moglie ama se stesso. Poiché nessuno ebbe mai in odio la sua carne, anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la chiesa, poiché noi siamo membra del Suo corpo. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diverranno una stessa carne» (Efesini 5, 25).
• Dio mostra qui l’ordine che Egli stesso consiglia alla famiglia.
• Il Suo è un metodo educativo al quale si deve rivolgere la nostra umile attenzione. L’uomo e la donna trovano nell’unione matrimoniale un aiuto che contribuisce al loro progresso morale; ciascuno porta all’altro il concorso delle proprie qualità personali.
• Secondo il volere divino essi diventano una stessa persona: nell’amore, nella vita, nei progetti, nei fini.
• E nel loro progresso morale vengono illuminati dalla voce di Dio: «Il frutto dello Spirito… è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza». Quale immensa benedizione quando i coniugi sono guidati dal Vangelo di Dio! (Galati 5, 22-26).
• Il matrimonio non è soltanto l’unione di due corpi, ma è l’unione di due persone complete (corpi, anime, spiriti) e che nella vita si completano l’un l’altra.
• Il cristianesimo, pur riconoscendo la possibilità di divorzio nel caso estremo di infedeltà coniugale, non ha sanzionato la facilità con cui presso gli antichi – e purtroppo anche nella società attuale – si arrivava allo scioglimento del patto coniugale.
• Per un cristiano, uomo o donna, il matrimonio «nel Signore» è quello con un credente.
• Tra un credente e un non credente manca l’unione più alta e duratura, che è quella degli spiriti, cioè della vita spirituale di fede, d’amore cristiano e di speranza santa comune.
• È bello che marito e moglie imparino a pregare assieme con preghiere unificanti, preziose sempre, ma specialmente in tempi d’afflizione (1 Corinzi 7, 5).
• È bello essere in armonia circa l’educazione morale e spirituale della prole.
• È stupendo avere la dolce luce di speranza comune verso la vita eterna.
• Spesso il coniuge cristiano, trascinato da un’illusione di gioventù a contrarre matrimonio misto, ha poi dovuto in cuor suo, ammaestrato dall’esperienza della vita, riconoscere di aver commesso un errore che si rivela spesso molto serio. Anche se non è mai troppo tardi per cercare di moltiplicare la pazienza, la fedeltà e l’umiltà nel comportarsi come figli di Dio. Ecco perché nel credente sincero ci sarà la fattiva preoccupazione per lo stato spirituale e la sorte futura del consorte, sordo all’appello del Vangelo (si leggano i brani importantissimi di: 1 Pietro 3, 1-4 + 1 Corinzi 7, 12-14).
Riflettiamo
• Vi è oggi la tendenza, non certo nuova purtroppo, a rigettare i consigli di Dio sulla famiglia, considerandoli vecchi e ormai sorpassati. Ci si unisce così alla volgarità che grida: No alla famiglia, no al matrimonio, stiamo assieme finché dura…
• Eppure l’ideale cristiano della famiglia non può essere sorpassato, perché:
è l’ideale che Dio stesso ha tracciato nel racconto biblico,
nella costituzione fisica, intellettuale e morale dell’uomo e della donna;
• dalla Parola Sua originano raggi di consolazione, speranza, gioia.
• Dice il Vangelo: «Il frutto dello Spirito è amore, allegrezza, pace» (Galati 5, 22).
uomo e donna vivono di questo amore, con questa allegrezza, nella pace;
la famiglia è presentata negli insegnamenti di Gesù e degli apostoli,
il modello seguito e attuato da tante famiglie di credenti sinceri nel corso dei secoli.
Considerazioni e domande personali
Vedi allegato
Torna alle riflessioni