LUCA: INTRODUZIONE
INTRODUZIONE A LUCA, L’EVANGELO DEL RITORNO
[sintesi]
Bibliografia:
R. Brown – J.A. Fitzmyer – R. E. Murphy (edd.), Grande Commentario Biblico, Brescia, 1973 (le edizioni successive risultano modificate, non sempre in meglio, in vari punti).
F. Salvoni, Gesù Cristo. Sinottici. Infanzia I, Milano 1970/1971 (ne ho seguito qui il testo, sintetizzandone gli aspetti salienti).
G. Rinaldi – P. De Benedetti (edd.), Introduzione al Nuovo Testamento X, Brescia, 1971.
A. Rolla – F. Ardusso – G. Ghiberti – G. Marocco (edd.), Enciclopedia della Bibbia IV, Torino, 1970 (alle voci “Luca” e “Luca, vangelo di”).
C.M. Martini – G. Danieli – M. Laconi – G. Tosatto – B. Prete (edd.), Il messaggio della salvezza. Nuovo Testamento. Vangeli 4, Torino, 1968.
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E. Norelli, La nascita del cristianesimo, Bologna, 2014 (buoni spunti su Luca, Paolo, Antiochia).
P. Rossano (ed.), La Sacra Bibbia. Nuovo Testamento, Torino, 1963.
K. Aland – M. Black – C.M. Martini – B.M. Metzger – A. Wikgren (edd.), The Greek New Testament, Stuttgart, 1994.
Questa sintetica introduzione all’evangelo di Luca è presentata a quanti desiderano iniziare o approfondire la lettura e l’esame del testo di Luca. Si spera in tal modo di rendere un utile servizio a coloro che desiderano “imparare Cristo” (Efesini 4,20).
Il Lettore può richiedere il testo completo dello studio ai riferimenti indicati a pagina 9.
È noto che il Nuovo Testamento è costituito da 27 libri che presentano Cristo Gesù e la comunità originata dalla predicazione sua e degli apostoli. Al N. Testamento appartengono: i 4 evangeli (euanghèlion in greco = buona notizia o buona novella); gli Atti degli apostoli (continuazione dell’evangelo e secondo volume dell’opera di Luca), presenta le vicende degli apostoli Pietro e Paolo; le Lettere dell’Apostolo Paolo e le lettere generali o cattoliche (cattolico significa appunto universale, generale); l’Apocalisse scritta da Giovanni nell’isola di Patmos.
Dei quattro evangeli (Matteo, Marco, Luca, Giovanni) i primi tre sono i sinottici. Il greco syn-opsis = sinossi significa con un solo sguardo, vedere insieme; la possibilità di vedere lo scritto dei tre vangeli sulla stessa pagina permette di notare sia le somiglianze sia le differenze. Ogni evangelista ha caratteristiche e contenuti propri, dovuti ai diversi destinatari cui indirizza il suo scritto. Lo scritto lucano è considerato un’opera unica insieme al libro degli Atti degli Apostoli. Sono entrambi indirizzati a Teofilo (“eccellentissimo”) e presentano identico stile e linguaggio. Nel libro degli Atti il vangelo di Luca è presentato come il primo libro della serie.
Che cosa sappiamo di Luca
Gli Atti forniscono qualche notizia sugli spostamenti di Luca al fianco dell’apostolo Paolo nel suo secondo viaggio missionario.
Luca è identificato come medico. Luca ricordato diverse volte dall’apostolo: Filemone 24 (“Così fanno Marco, Aristarco, Dema, Luca, miei compagni d’opera”), Colossesi 4, 14 (“Luca, il medico diletto, e Dema vi salutano”), 2 Tim. 4,11 (“Luca solo è con me”).
Si ritiene che Luca non avesse origini ebraiche; nella lettera ai Colossesi non viene inserito tra quelli “appartenenti alla circoncisione” (ebrei): “Vi salutano Aristarco, il mio compagno di prigione, e Marco, il cugino di Barnaba – intorno al quale avete ricevuto degli ordini; se viene da voi, accoglietelo –, e Gesù, detto Giusto, i quali sono della circoncisione; e fra questi sono i soli miei collaboratori per il regno di Dio, che mi siano stati di conforto” (Colossesi 4,10 s.).
Testimonianze dello scritto lucano
Le testimonianze più antiche del vangelo di Luca sono rappresentate dall’autore del Canone Muratoriano (un catalogo di libri del N.T. scoperto da Ludovico A. Muratori --- canone, cioè un elenco redatto nell’ambito della chiesa romana, vi si nota il Prologo a Luca, siamo nella seconda metà del secondo secolo, menziona Luca il medico e discepolo di Paolo come autore del vangelo e degli Atti).
La credibilità del vangelo di Luca trova valida conferma nelle relazioni tra il terzo evangelo e gli Atti degli Apostoli. È evidente che entrambi gli scritti furono redatti dalla stessa persona che fu contemporaneamente collaboratore di Paolo.
Risultano evidenti negli scritti lucani i rapporti con la chiesa di Antiochia, per la quale Luca ha uno speciale interesse. Es.: Atti 11,26: “E avvenne che per lo spazio di un anno intero parteciparono alle radunanze della comunità, ed ammaestrarono un gran popolo; e fu in Antiochia che per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani”. Si veda pure Atti 6,5: menziona Nicola, proselito di Antiochia.
Linguaggio e stile
Il greco di Luca è uno dei migliori di tutto il N. Testamento Il linguaggio è molto elegante, con termini più precisi degli altri vangeli. Es:” il re Erode “ diventa “il tetrarca Erode” oppure “il mare di Galilea” diventa “il lago”.
Si è tentato con scarso successo di evidenziare nel linguaggio lucano una conferma della sua attività di medico, ma in realtà anche altri autori eruditi ma non medici mostrano di avere le sue stesse conoscenze.
Rispetto agli altri vangeli la “febbre” della suocera di Pietro è detta “grande febbre” (4,38); si parla di ydropikòs (14,2: idropisia, cioè accumulo di liquido sieroso in una cavità del corpo), di kraipále (21,34: “vertigine”), si “sudore” che diventa sangue (22,44); Luca elimina il particolare riportato da Marco secondo cui i medici avevano peggiorato la situazione della donna che da anni soffriva di continue emorragie (8,43 cfr. Matteo 9,18 ss.; Marco 5,25).
Fonti dell’evangelo di Luca
Fonte particolare a Luca: fonte da cui provengono racconti che non troviamo negli altri vangeli. Si tratta di una fonte non scritta, sorta in Palestina che ha il suo interesse principale per i poveri e le donne. Caratterizzata da gioia, serenità, pace (es.: servizio di Gesù in Galilea, discepoli di Emmaus).
Gli Apostoli: sono espressamente ricordati nel prologo come testimoni oculari da cui Luca si è adeguatamente informato. Tra questi Paolo con cui condividerà molte lotte per il Signore.
Nel prologo (1,1), Luca ricorda documenti scritti. Tra questi si ricordano:
I “loghia” (“agrapha”): la collezione di detti o loghia, brevi sentenze, qualche parabola e qualche scena con racconti di “segni” operati da Gesù. Luca condivide questa fonte con Matteo anche se ne rispetta maggiormente l’ordine, e deve averne avuta una versione in greco risalente probabilmente al 50/60 d.C.
Vangelo di Marco: Luca lo conosce di certo e ne segue la trafila degli eventi inserendovi materiale proveniente da altre sue fonti.
Data di composizione
Per molto tempo si è pensato Luca avesse scritto il suo evangelo durante il biennio 60 – 62 (prigionia Paolo a Roma); tuttavia oggi si ritiene con maggiore probabilità che lo
“io” al posto di Cristo, ingannandosi e andando incontro alla morte morale spirituale. Credere, invece, significa gioioso impegno responsabile.
Il nostro intento, come quello perseguito da molti oggi, sia quindi di tornare a Gesù, al suo evangelo. Si può iniziare, per esempio, dalla lettura meditata e ragionata dell’evangelo di Luca. Ecco Gesù, così fuori dagli schemi mentali del suo tempo (e di oggi), eppur così vicino alle necessità e alle sofferenze umane! È proprio Lui l’esempio da seguire in alternativa alla disumanità e alla religiosità fatta di vuote tradizioni, superstizioni, magie, leader carismatici… Torniamo a Gesù!
© Riproduzione riservata – Roberto Tondelli, 2016
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