Riflessioni

Eppur si muore... anzi si vive

Eppur si muore... anzi si vive! Su “Libertà Sicilia” del 25 marzo Laura Cassataro commentava molto bene la notizia della morte del banchiere David Rockefeller (1915-2017, qui in una foto giovanile). Morire è lasciare. In questo caso lasciare anche un patrimonio di 3,3 miliardi di dollari... Eppure vivere eternamente e felicemente è da sempre la grande aspirazione di tutti. “Speziali” e medici moderni hanno cercato di prolungare la vita umana; economisti hanno tentato di renderla sempre più felice. Risultato? Certo, un’esistenza più lunga, che però non sopprime dolore, preoccupazioni, sofferenza. L’incubo di una morte, forse non lontana, può turbare i sogni di felicità di tutti noi. Nel corso dei secoli non sono mancati coloro che hanno promesso “vita eterna e felice” ai loro simili. Certe dottrine promettono un regno di Dio stabilito in terra e lunghissima vita su una terra che sarà un nuovo Eden. Oggi, grazie anche al progresso in campo biologico, queste idee vengono riprese e colorate di parole nuove, eccitano attese che sembrano venire incontro alle esigenze profonde dell’essere umano. Ecco perciò che la possibilità di poter clonare l’uomo e la donna viene adottata e usata da gruppi religiosi per promettere vita eterna. Si dice che in un prossimo futuro sarà possibile non solo clonare la persona umana, ma anche trasferire la memoria della vecchia persona nella nuova, iniziando così un procedimento che, ripetuto nel tempo, condurrà alla vita eterna! Ognuno è libero di dare a queste idee la considerazione che meritano. Una cosa, forse, può costituire oggetto di sobria riflessione. Non si comprende come mai, mentre promettono la meravigliosa vita eterna su questa terra rinnovata, stanno acquistando latifondi, costruendo grattacieli, investendo denaro e guadagnando dalle loro imprese sul mercato. La domanda è: che c’entra la “vita eterna” con gli imperi finanziari? Alla domanda si potrebbe aggiungere l’osservazione che anche i capi dei grandi imperi finanziari muoiono. Ma questa è un’altra faccenda. O forse no?! Gesù dice: «Non temete! Io sono la vita! Chi crede in me anche se muore, vive!» Forse Gesù è uno dei tanti pazzi che hanno detto assurdità? Queste parole sono forse una consolazione offerta da un esaltato? No, egli è degno di fiducia, perché non solo è morto come tutti, ma è anche risorto: cosa che nessun altro ha mai potuto fare. I documenti biblici non sono leggende. La resurrezione di Gesù è documentata: Egli si mostra ad amici e a nemici, si fa vedere a molti e a pochi dopo la sua resurrezione; mangia coi discepoli; in una circostanza si fa vedere da cinquecento persone. I nemici di Gesù non osano mostrare la sua tomba, dove ci sarebbe ancora il cadavere, se la resurrezione non fosse avvenuta. La collaborazione contemporanea di più sensi doveva escludere la possibilità di allucinazioni. Gesù è vita perché è stato il solo uomo a lasciare una tomba vuota nel cimitero del mondo. È divenuto Spirito Vivificante. La Vita eterna non è una vita“per sempre”, clonata, ma è la Vita di Dio che è Spirito. Come poter ottenere questa Vita? Gesù risponde: Occorre che tu nasca di nuovo. Ecco la condizione essenziale per partecipare alla Sua Vita. Gesù spiega che non basta esser nati alla vita biologica, «ciò che è nato dalla carne è carne, ma ciò che è nato dalle Spirito è Spirito. Perciò se un uomo non è nato d’acqua e di Spirito non può entrare nel regno di Dio». Questa nascita inizia con l’ascolto attento della Parola del Signore. La quale suscita fiducia vera nel cuore dell’uomo per condurlo al pentimento continuo, a una vera morte al peccato. Il Vangelo è lo strumento per poter credere e cambiare, per seguire Dio. È una morte dolorosa al male, ma è preludio di vita vera! Un morto va seppellito. Anche il credente ravveduto si seppellisce: non in un sepolcro di pietra, ma in un sepolcro d’acqua. La sepoltura è la prova che il vecchio uomo è morto: così il credente ravveduto che si fa battezzare in un battesimo cosciente e volontario, per rinascere a Vita spirituale da vivere in intimità col Signore. Questa persona nuova porta in sé il germe del Risorto per non morire mai più: Dio gli dona una coscienza buona, e porta in sé l’immagine di Cristo. Questa nascita ti “innesta” a Lui, come un tralcio alla vite. Occorre poi seguire docilmente le leggi della nuova vita in Cristo: imparare la Sua Parola Spirituale; evitare il peccato e le radici stesse del male; vivere coerentemente secondo la norma dell’Amore.

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