LUCE OLTRE LA SIEPE
Luce oltre la siepe
Possiamo accorgerci del buio solo perché da qualche parte c''è la luce. Se la luce non esistesse affatto,
se tutto fosse tenebre, non avremmo modo di accorgerci di nulla, saremmo del tutto inconsapevoli.
Posti di fronte a una realtà dolorosa e spesso tragica, molti concludono che Dio non può intervenire nella nostra vita, proprio per consentirci, nella più totale libertà, di scegliere le nostre azioni (il libero arbitrio). Così ognuno è libero di compiere qualsiasi gesto, legato solamente alla morale ed al contesto sociale in cui è nato e cresciuto. Ciò permette anche gesti disumani come stupri e altre forme di violenza che ad una persona poco sana di mente o malvagia possano venire in mente. La domanda di molti è dunque: È giusto tutto questo? Dove sta Dio?
No, tutto questo certamente non è giusto. Sono ripugnanti i gesti disumani. Non sono giuste le violenze di ogni genere, contro chiunque. Libertà (libero arbitrio) non può significare violenza e abbrutimento.
Eppure, se riflettiamo un momento... noi possiamo ACCORGERCI che c’è il male solo perché esiste il bene. Possiamo accorgerci del buio solo perché da qualche parte c''è luce. Se la luce non esistesse affatto, se tutto fosse tenebre, non avremmo modo di accorgerci di nulla, saremmo del tutto inconsapevoli, chiusi dentro una cappa buia, incapaci della benché minima percezione di CIÒ CHE È BENE: non la violenza ma l’affettuosità e la cura; non la disumanità, ma l’ umanità; non la malvagità, ma la benignità amorevole.
La luce, il bene, è Dio, è il Punto di Riferimento che indica ciò che è buono e ciò che non lo è a quanti desiderano umilmente ascoltarlo. La Sua parola buona, positiva, incoraggiante – udita proprio NELLE tenebre e NONOSTANTE le tenebre! – ci viene proposta nella persona di Gesù. Anche Gesù subì il male: odio, incomprensioni, violenza, una morte tragica. Per questo Gesù è in grado di comprendere il male che viene fatto a noi (e anche quello che noi facciamo agli altri), e di mostrarci la via dell''agire corretto e amorevole (nonostante il male).
Gesù non promette ai suoi discepoli una via per evitare il male, cioè per non subire azioni malvage, ma insegna la strada per sopportare pazientemente il male, IMPARANDO A CONFIDARE nonostante il male subìto. Proprio così! confidare nonostante il male, le violenze, le ingiustizie. Gesù è il Cristo di Dio anche perché capace di simpatizzare con noi (= soffrire insieme a noi) nelle nostre malattie morali; è capace di soccorrerci al momento opportuno, quando abbiamo più bisogno di lui. Occorre soltanto imparare ad aprire le nostre menti alla possibilità fiduciosa di ciò che è bene. Mediante la preghiera e l''azione positiva si può riuscire ad attenuare per quanto possibile gli effetti devastanti del male (ingiustizie, violenze). Il quale agisce sì, ma sapendo di avere un destino segnato. Non può vincere, perché Dio ne ha già decretato la sconfitta finale.
Gesù ci mostra che Dio è davvero Amore. La sua risurrezione mostra infatti che tutta la violenza e l''ingiustizia del mondo non sono in grado di sconfiggere la vita che è in Cristo Gesù. Se oggi ci leghiamo a Lui in una conversione profonda e sincera, usiamo la nostra libertà per afferrare un destino positivo di vita, di bontà. La vita del discepolo di Gesù è infatti “nascosta con Cristo in Dio”. Quando Cristo sarà manifestato, allora anche i Suoi discepoli otterranno la Sua gloria, la felicità per la vittoria di ciò che è buono su ciò che buono non è.
Anche nella realtà più dolorosa e tragica Dio sta proprio accanto a noi. Infatti l’Evangelo attesta che “in Dio viviamo, ci muoviamo ed esistiamo”. Spesso tendiamo a dimenticarlo, a non vederlo, a non saperlo, o forse a darlo per scontato, come l''aria che respiriamo – quella di cui ci accorgiamo solo quando ci viene a mancare.
Certo, l''uomo è capace anche di abituarsi a vivere senza Dio, facendo a meno di Dio, imparando a vivere in modo in/dipendente da Dio (= vertigine dell’indipendenza). È capace di azzittire la propria coscienza fino al punto da farne a meno, da comportarsi da in/cosciente (= comodità dell’incoscienza). I risultati sono sotto i nostri occhi, a patto che li teniamo bene aperti. La morale e il contesto sociale sono quelli di una società umana (cioè, disumana) malata nel profondo. Nonostante ciò, nonostante il male, accade che la luce continua a splendere nelle tenebre, ma le tenebre continuano a non accoglierla. Le domande iniziali, perciò, si traducono nella questione critica: dove vogliamo liberamente e coscientemente schierarci, dentro le tenebre o nella luce? Coraggio! Dono grande è la libertà. Occorre utilizzarlo per quei fini buoni che producano la crescita morale e spirituale di tutta la persona. Beato perciò chi desidera imparare la fiducia nella parola di Cristo, l’unico degno di fiducia. La parola di Cristo è la parola dell’Evangelo. Al di fuori di Cristo e dell’Evangelo ci sono umane fantasie e una libertà da schiavi.
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Roberto Tondelli - 11 2017
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