ABORTO SPIRITUALE
Aborto spirituale
Infine, ultimo di tutti, apparve anche me come all’aborto (1 Cor. 15,8)
Sono contrario alla legalizzazione dell’aborto perché la considero una legalizzazione dell’omicidio (Pier Paolo Pasolini)
Gesù per far comprendere le profondità della verità spirituale faceva spesso uso di parabole, similitudini, metafore, accostamenti, allegorie ed esempi tratti dalle concrete situazioni della realtà sociale, lavorativa, militare. Così facilitava la comprensione di concetti altrimenti complessi o ignoti alla maggior parte delle persone. Un’altra finalità era quella di affascinare, stimolare gli interlocutori all’approfondimento, alla riflessione del tema trattato.
In questa chiave s’inseriscono queste note sull’aborto. Argomento da sempre molto sentito e divisivo, tanto che le proteste degli antiabortisti hanno assunto di frequente atteggiamenti fanatici estremi (USA) e a volte addirittura violenti. In Italia, anche dopo il referendum del maggio del 1978, confermato nel maggio del 1981, e regolato dalla Legge 194, il dissenso non si è mai sopito. Un aborto può avvenire spontaneamente o essere causato intenzionalmente (indotto); spesso il termine aborto è associato a quello indotto, ma la procedura è anche simile a quella effettuata quando il feto potrebbe sopravvivere al di fuori dell''utero, ovvero l’interruzione ritardata di gravidanza.
I metodi moderni di aborto fanno ricorso a farmaci o chirurgia. Durante il primo trimestre di gravidanza, il mifepristone e le prostaglandine sono efficaci come la chirurgia. Sebbene l''utilizzo dei farmaci possa funzionare anche nel secondo trimestre, la chirurgia ha un minor rischio di effetti collaterali. Alcuni contraccettivi, come la pillola anticoncezionale o i dispositivi intrauterini possono essere utilizzati subito dopo un aborto. Se consentito dalla legge locale, l''aborto è stato a lungo una delle procedure più sicure nel campo della medicina. Aborti non complicati non causano problemi mentali o fisici a lungo termine. L''Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che sia possibile per le donne ricorrere ad aborti legali e sicuri. Bisogna rimarcare che ogni anno gli aborti svolti in contesti non sicuri causano 47000 morti e 5 milioni di ricoveri ospedalieri. Ogni anno nel mondo si praticano circa 44 milioni di aborti indotti e poco meno della metà non sono eseguiti in modo sicuro. I tassi di aborto, che erano sensibilmente maggiori nei decenni precedenti al 2000, sono cambiati poco tra il 2003 e il 2008 grazie alla migliore educazione sulla pianificazione familiare e sulla contraccezione. Al 2008, il 40% delle donne di tutto il mondo aveva accesso all''aborto legale senza limitazioni legate al motivo. Diversi governi hanno posto limiti differenti sulla fase della gravidanza in cui l''aborto sia permesso.
Sin dall’antichità, gli aborti sono stati realizzati utilizzando erbe medicinali, strumenti taglienti, con la forza o attraverso altri metodi. Le leggi sull''aborto e le visioni culturali o religiose su tale pratica sono diverse in tutto il mondo. In alcune zone l''aborto è legale solo in casi speciali, come lo stupro, malformazioni del feto, povertà, rischio per la salute della madre o incesto. In molti luoghi c''è un dibattito sulle questioni morali, etiche e giuridiche dell''aborto. Coloro che sono contro l''aborto sostengono che l''embrione o il feto sia un essere umano con il diritto alla vita, per cui l’aborto è omicidio. Coloro che favoriscono la legalità dell''aborto ritengono che una donna abbia il diritto di prendere decisioni riguardo al proprio corpo. Sull’aborto, convergono le posizioni di condanna inappellabile delle maggiori comunità religiose, anche se esistono situazioni in cui può essere necessario valutare caso per caso.
Ma se è necessario mantenere l’attenzione su questo atto drammatico e tragico insieme, è altrettanto importante gettare luce su quello di natura spirituale, anche se sfugge alla percezione sensoriale, perché non è un fenomeno visibile. Eppure, come l’aborto, ha la stessa finalità: evitare la nascita di una nuova vita.
Il concepimento spirituale avviene ascoltando, leggendo, e approfondendo con costanza l’insegnamento della parola del Signore Gesù. Cioè, quando il seme della Sua parola feconda la nostra anima, quando interiorizziamo la parola di Dio, quando i suoi principi ci trasformano in un’altra creatura (Rom. 6,1ss). Cristo stesso è definito la “parola”:
Nel principio era la parola e la parola era presso Dio, e la parola era Dio. Egli (la parola) era nel principio con Dio. Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta” (Gv 1,1 ss.).
La creazione è perciò avvenuta per mezzo della parola di Dio, che potremmo ritenere anche come Origine del tutto, Senso della Creazione stessa, Iniziatore di ogni forma di vita materiale e spirituale. Continuando nella similitudine, potremmo considerare allora la gravidanza spirituale quel periodo che inizia con il primo contatto empatico con il Cristo, il concepimento che dovrebbe portare alla luce la nuova nascita, cioè al cambiamento di mentalità (ravvedimento):
Ora essi, udite queste cose, furono contriti nel cuore e chiesero a Pietro e agli altri Apostoli: Uomini e fratelli, che dobbiamo fare?. Allora Pietro disse loro: Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo (At. 2,37).
Scrive Paolo che “se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore, e avrai creduto col cuore che Dio L''ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti col cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati" (Rom. 10,9). Oggi sono poche sono le gravidanze spirituali che emergono a nuova vita. Infatti, l’esperienza comune si manifesta in ben altri interessi, in altre priorità, iniziando dalla sfera economica, continuando con il culto della personalità, con la ricerca del consenso sociale e del potere, con la cura dell’immagine fisica ed estetica, per finire con i classici materialismi e gli abituali egoismi, cioè condizioni che - in ogni tempo - hanno sortito dei gravi effetti abortivi, come il Signore evidenzia nella parabola del convito del re (invito alla Salvezza divina) che molti rifiutarono (aborto spirituale) per svariate ragioni: “Il primo disse: Ho comprato un podere e devo andarlo a vedere: ti prego di scusarmi. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli: ti prego di scusarmi. Un altro ancora disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire” (Lc. 14, 15ss ).
Questa è pure una fotografia attuale, tenendo conto della relatività storico-temporale: si pensa prima (o esclusivamente?) all’appagamento di realtà immediate e materiali, senza riflettere che per tutta la Storia umana (singola e collettiva) si sono perseguite le stesse priorità sociali, lo stesso schema, producendo disuguaglianze sempre più vistose (i venticinque uomini più ricchi della Terra concentrano ricchezze di oltre la metà della popolazione mondiale; in Italia, il 5% dei più facoltosi, detiene una ricchezza superiore al 80-90% degli altri italiani).
Ancora non si vuol comprendere come l’inquinamento morale e spirituale sia la causa originaria della diffusa infelicità esistenziale e di altre forme di contaminazione, come quella etica e ambientale. Si persiste nel rinviare a un futuro indefinito la disponibilità ad affidarsi alla Parola della vita, un futuro che potrebbe non verificarsi mai (Lc. 12,16-21). Quante volte abbiamo sentito autoassoluzioni quali: “Non faccio del male a nessuno” o “Non ho mai ucciso né rubato a nessuno” oppure “Con tutte le croci che ho, che nemmeno Cristo…” o ancora, appellandosi ad esperienze personali intrinsecamente salvifiche (rendendo vana l’unicità dell’azione salvifica del Cristo). Cosa più rara, ma parimenti grave, quando si ascolta con attenzione il Signore, è la seguente replica: “Per poco non mi persuadi a diventare cristiano” (At 26,28), come rispose Agrippa all’Apostolo Paolo abortendo la sua nuova nascita. Un ultimo avviso è per che si ritiene cristiano senza verificare il proprio stadio della nuova nascita, ovvero situazione di eventuale inadattabilità al Regno di Dio (Lc. 9,62; 2 Pt. 2,21-22) o di pratica il cristianesimo senza considerare il rischio, tardivo, d’essere un “operatore d’iniquità”, nonostante l’apparente applicazione della parola del Signore (Lc. 13,22ss). Queste sono gravi condizioni assimilabili all’aborto spirituale, ma peggiori nelle estreme conseguenze.
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M. Santopietro – 02 2019
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