Riflessioni

Violenza della religione

Violenza e perdònoDice Gesù: «Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perché edificate i sepolcri ai profeti, e adornate le tombe dei giusti e dite: Se fossimo stati ai giorni dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nello spargere il sangue dei profeti! Perciò voi testimoniate contro voi stessi, che siete figli di coloro che uccisero i profeti. E voi colmate pure la misura dei vostri padri! Serpenti, razza di vipere, come scamperete alla condanna della geenna?» Sembra, da queste parole, che anche all’epoca di Gesù i rappresentanti del potere religioso riconoscessero le violenze commesse «ai giorni dei nostri padri», e chiessero perdòno per quegli atti dissociandosi da essi.La Storia, coi dovuti adattamenti, sembra ripetersi: violenza contro l’altro, che pensa in modo diverso. Tutto rigorosamente in nome di Dio. Eppure solo qualche secolo addietro, nella Spagna del 1480, vi era un’atmosfera di genuina tolleranza fra ebrei, cristiani e musulmani: essi convivevano pacificamente, anzi fraternamente. L’integrazione fra gli appartenenti alle tre religioni era straordinaria. Lo testimoniano i «festeggiamenti che si fecero a Palencia nel 1486 per l’entrata del vescovo fray Antonio de Burgos, con la fraterna partecipazione delle tre caste» (C. Samonà, G. Mancini, F. Guazzelli, A. Martinengo, La letteratura spagnola, I Secoli d’Oro). Un decennio più tardi tuttavia, nel 1492, la convivenza termina: gli ebrei vengono cacciati dalla Spagna e la lotta per la Riconquista contro i musulmani culmina nella caduta di Granada. Gli studiosi dicono che questo fu il risultato di una consociazione intima fra religione e potere politico: una cosa contraria al Vangelo. Ma di ciò si è chiesto perdòno.Nel corso del secolo che si apre con la scoperta dell’America vi fu il genocidio di otto milioni di Indios. Scrive un indigeno Maya: «Ci hanno insegnato la paura. Sono venuti a far appassire i fiori. Hanno divorato il nostro fiore perché solo il loro fiore vivesse». L’universo romano-cattolico fagocitò la sensibilità, la cultura, l’organizzazione familiare e politica di quei popoli. Ma di ciò si è chiesto perdòno.Ci si può domandare: fu quella vera evangelizzazione? Fu quella davvero la proposta del Vangelo?Alle parole deboli di Gesù si erano sovrapposte parole forti come polvere da sparo, forti come acciaio di spada, parole che prefigurano la soluzione finale: «Se gli eretici [i diversi, che non si assoggettano alla fede, al papa e al re] professano la loro eresia, e con il loro esempio e le loro perniciose ragioni sollecitano altri ad abbracciare i loro stessi errori, nessuno può dubitare che essi meritino non solo di essere separati dalla Chiesa mediante scomunica, ma anche di essere strappati dal numero dei viventi mediante la morte» (Tommaso d’Aquino). Lucrezio aveva scritto: «A tali eccessi di male può spingere la religione».Già, la religione. Ma è proprio questa la religione di Cristo? È davvero proponibile chiedere perdòno per tutto questo sangue? Chi è davvero Signore della Storia, i potenti che la piegano ai loro scopi o quel Gesù che giudicherà tutti?C’è forse un solo modo per chiedere perdòno a Dio e agli uomini dei misfatti commessi: che la religione divorzi dal potere economico-politico. Occorre tornare alla semplicità del Vangelo, al regno spirituale Suo. Altrimenti chiedere perdòno può divenire una testimonza terribile: «voi testimoniate contro voi stessi, che siete figli di coloro che uccisero i profeti».In nome di Dio: fuoco! Un certo villaggio di Samaritani si rifiutò di ospitare Gesù e i discepoli perché erano diretti a Gerusalemme (fra Samaritani e abitanti di Gerusalemme persisteva una vecchia ruggine, alimentata da ignoranza reciproca e saldi pregiudizi). Quel rifiuto scatena le ire degli apostoli che invocano il fuoco di Dio contro il villaggio. Gesù li sgrida e se ne va altrove. In altra occasione, nell’imminenza dell’arresto di Cristo, gli apostoli sfoderano due spade, pronti alla reazione violenta. Gesù li ferma con un eloquente: Basta!Chi è mai, secondo il Vangelo, il nemico? Chi è mai il diverso da noi? La risposta è facile: è uno per cui si deve pregare. Pregate per i vostri nemici. Se siete perseguitati ingiustamente (e non magari perché ve lo siete meritato), pregate per quelli che vi perseguitano. Gesù dice così. Se ci chiediamo quando è nata l’idea-ideologia propagandata con lo slogan Dio-con-noi (perciò i-diversi-da-noi li si ammazza), la risposta è semplice: l’aberrante idea è sorta quando i cristiani hanno smesso di credere nel reame spirituale di Dio e hanno costituito un potere religioso/economico sulla terra.Gesù, che era ebreo, si avvicinò e parlò amabilmente e fermamente con una donna Samaritana, nonostante che fra ebrei e Samaritani fosse proibita ogni relazione. Gesù avvicinò il cittadino più odiato di Gerico, quel Zaccheo arricchitosi incamerando tasse in modo fraudolento. Solo che Gesù e Zaccheo non si spartirono la torta, ma Zaccheo spontaneamente restituì ai legittimi proprietari quanto aveva rubato. Maria Maddalena, donna pubblica, fu avvicinata e convertita da Gesù.Gesù si accosta ai nemici, dialoga con i diversi della società: non per bruciarli sulle pubbliche piazze, ma per parlare con loro, ascoltarli, indicare loro la strada della fiducia. Gesù si troverà sempre a combattere contro il perbenismo e la diffidenza di chi considererà inutili i suoi tentativi di trasformazione: guarda! parla con una donna, e per giunta una Samaritana… (così pensano i dodici); guarda! si lascia accarezzare da una prostituta… Guarda, si è messo con un ladro matricolato…Finché può Gesù non bada alla diffidenza dei bravi cristiani, egli viene per i malati. I sani non hanno bisogno di lui. Egli converte gente cattiva, che ha ancora del buono dentro di sé. Il suo regno spirituale è un’altra cosa, non è proprio di questo mondo.

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