UNA STORIA STRANIERA
Emigrazione sfortunata e benedetta
Questa è la storia di una crisi economica grave che si ebbe secoli prima di Gesù in una regione meridionale del mondo, la Giudea. Da un paesello chiamato (ironia della storia!) «casa del pane» (=Betlemme) una famiglia - moglie, marito e due figli - parte verso i luoghi del benessere. Si lasciano alle spalle condizioni di ristrettezza per fuggire verso il miraggio economico dell'Egitto e dei paesi vicini.
Il luogo dove si svolge la prima parte di questo racconto biblico si chiama Moab, ma potremmo essere in Sicilia, in Puglia, o in provincia di Verona ai tempi nostri. La globalizzazione economica non è certo riuscita a vincere le carestie, la fame e le guerre. Molti che emigrano in cerca di un posto al sole trovano dolore, maltrattamento e disperazione.
Sembra una storia moderna, invece è scritta in un libro antico della Bibbia, Ruth. Sembra una storia di oggi, ma potrebbe essere una storia di ieri. Chi non ha un amico, un lontano cugino che non sia emigrato in Argentina o in Australia o in Venezuela a cercare fortuna?
Elimelek, Naomi e figli emigrano: lasciano la terra del latte e miele per andare a Moab, oltre il Giordano. Ma qui muoiono prima Elimelek e poi i due figli maschi, che avevano preso moglie. Restano perciò nella povertà più nera tre vedove, Naomi, Ruth e Orpa. Orpa torna al suo popolo. Ruth invece prende una decisione insolita: segue la suocera Naomi, tornando con lei in Giudea.
Naomi vorrebbe che Ruth restasse al suo paese e si rifacesse una nuova vita, ma Ruth decide di seguirla in Giudea: perché? Ecco una sintesi delle motivazioni che Ruth esprime alla suocera: Non ti lascio... Dove andrai tu andrò anch'io... Ti seguirò dovunque tu andrai... Dove sarai tu io sarò... Il tuo popolo sarà il mio popolo... Il tuo Dio sarà il mio Dio... Dove morrai tu morrò anch'io… Null’altro che la morte mi separerà da te! (Ruth 1,16-17). Siamo dinanzi a una forma di dedizione personale totale, ma si nota anche una fede fiduciosa profonda. In Giudea, la straniera Ruth sposerà Boaz, e dalla loro discendenza nascerà nientemento che Gesù! (Matteo 1,1-14) Ma riflettendo su questa vicenda ci si pongono domande importanti, domande della fede.
Domande della fede
Al di là delle vicende economiche e sociali della vita, la fede fiduciosa, la fede come fiducia ubbidiente al Dio di Abramo e al Dio di Gesù rimane fondamentalmente ed essenzialmente una questione di libera decisione personale. La fede non è subìta, ma voluta, cercata e trovata dalla persona umana. Fede è lotta morale interiore a favore della fede.
Come si era formata la fede nella donna pagana Ruth? E più in generale: come si forma la fede fiduciosa? L'uomo propende per il sì alla fiducia, egli non è indifferente di fronte a questa decisione. Tra il caos e l'ordine del cosmo, tra l'assurdità e l'intelligenza, tra il valore e il disvalore, tra l'essere e il non-essere, la persona umana tende a vedere, comprendere, aspirare, tende alla felicità, all'essere. Ma certo la persona resta libera di soffocare ogni fiducia con lo scetticismo, libera di chiudersi ostinatamente a tutto e a tutti. Senza apertura non si riceve nulla. Ma è pur vero che talvolta, per acquisire o mantenere fede, bisogna lottare anche contro superstizioni e tradizioni.
Nella fede di Ruth, quanto contarono la vita, gli atteggiamenti, le parole e l'esempio buono di Naomi? Frequentando quali persone possiamo oggi ragionare di fede, vedere all'opera la fiducia, saggiare l'efficacia di quella fede che ripone davvero in Dio ogni speranza mentre noi stessi viviamo e ci comportiamo per fede?
Come mai si è instaurata la convinzione che la fede abbia a che fare con le immagini sacre fatte di gesso o coi libri sacri fatti di carta, mentre sembra sempre più dimenticato colui che è l'esempio più alto e perfetto di fede fiduciosa, cioè la persona di Gesù?
Eppure Gesù dovrebbe attirare alla fede più di chiunque altro. Ecco il suo invito:
Venite a me voi tutti che siete stanchi, affaticati, travagliati e IO vi darò ristoro...
IO sono mansueto e umile di cuore...
Imparate da ME... Gesù ci ha lasciato un esempio unico e senza pari.
Non vi chiamo servi, ma vi chiamo AMICI... quale altro amico migliore di Gesù?
IO depongo la mia vita per i MIEI amici e nemici... chi altri farebbe altrettanto?
DOVE trovi l'invito di Gesù? Nei Vangeli, nel Nuovo Testamento, dove non trovi teorie religiose, ma vi trovi la REALTà di Gesù.
Dice Gesù: Chi ha fame venga a me per essere saziato e chi ha sete prenda generosamente dell'acqua della vita per non avere più sete! Abbiamo questa fame e sete? Siamo ancora capaci di sforzarci, lottare e vincere per conquistare la fede fiduciosa?
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